INTRODUZIONE AL LIBRO DELLA SAPIENZA
Caratteristiche
principali
Il libro della Sapienza si potrebbe
definire «un tentativo di dialogo con la cultura greca». Le allusioni
ai poemi di Omero, alla protesta sociale del poeta greco Esiodo e alle opere
filosofiche di Platone non sono rare. Si fa uso inoltre di un vocabolario
ricercato, e la familiarità con la cultura greca non si limita alle forme
espressive. L'autore vuole anche valorizzare alcuni elementi di questa
civiltà, come ad esempio il concetto di «misura» che gli serve
per mostrare che Dio castiga con grande moderazione (vedi 11, 15-12,
22).
Altra caratteristica del libro è un
grande interesse per il problema del potere politico. Contiene infatti un
accorato appello ai prìncipi pagani, perché si comportino con
saggezza, giustizia e moderazione (6, 1ss). Allude anche alle vittime del potere
politico, al culto della personalità del sovrano (14, 21) e a chi
è fiero di governare su molte nazioni (6,
2).
Autore e ambiente
storico
Il libro della Sapienza viene spesso
indicato come Sapienza di Salomone. L'autore infatti, nei capitoli 7-9, parla in
prima persona e presenta se stesso come il re che ha ottenuto in dono la
sapienza (vedi 1 Re 3, 5-15). Di qui l'identificazione con il sapiente re
Salomone, che regnò sul popolo d'Israele tra il 972 e il 933
a.C.
Ma il libro della Sapienza, secondo molti
studiosi, non è così antico, anzi è uno dei libri
più recenti dell'Antico Testamento. L'autore lo ha scritto in greco,
mentre viveva in Egitto ai tempi di Giulio Cesare o forse di Ottaviano Augusto,
cioè tra gli anni 50 e 30 a.C. Il libro è rivolto a una
comunità che vuole il suo spazio politico nel mondo in cui vive (19, 16).
Cerca tuttavia di farle ritrovare la propria identità, mediante una
approfondita e attuale riflessione sulla parola di
Dio.
L'autore propone una specie di rilettura di
testi biblici anteriori tenendo conto della mentalità greca. Non è
strano quindi trovare concezioni sconosciute all'AT ebraico, come la separazione
dell'anima dal corpo (vedi 9, 15) o l'immortalità dell'anima (vedi 3,
1-9; 8, 17; 15, 3;
ecc.).
Schema
-
Il destino di chi crede e di chi non crede 1, 1-5,
23
- Elogio della Sapienza 6, 1-11,
3
- Meditazione sull'Esodo 11, 4-19,
22
IL DESTINO DI CHI CREDE E DI CHI NON CREDE
CAPITOLO
1
DEDICATEVI SINCERAMENTE AL SIGNORE CON GRANDE
AMORE
1 Amate la giustizia,
voi che governate il mondo,
dedicatevi al Signore con grande amore
e cercatelo con cuore
sincero.
2 Perché se non lo irritate egli
si
lascia
trovare;
se
avete fiducia in lui, egli viene incontro
a
voi.
DIO CONOSCE I PROGETTI
DELL'UOMO
3 Se ragioni in modo ambiguo, ti
allontani
da Dio,
e se vuoi mettere alla prova la sua potenza,
egli manda all'aria i tuoi progetti
insensati.
4 La sapienza non può entrare
in un cuore
malizioso,
non può abitare nell'uomo schiavo
del
peccato.
5 La
sapienza, spirito di Dio, educa l'uomo:
fugge
l'inganno, sta lontana da chi fa
progetti pazzi,
si sente a disagio con chi agisce
ingiustamente.
6
La sapienza ama l'uomo
ma non sopporta chi
disprezza il Signore.
Sì, Dio sa quanto
accade nel cuore
dell'uomo,
conosce bene i suoi pensieri
e ascolta ogni sua
parola.
7 La potenza di Dio riempie l'universo
e dà stabilità a tutte le cose.
Nessuna parola dell'uomo gli
sfugge.
8 Se uno parla in modo ingiusto, non
si
illuda:
avrà
il castigo che si merita.
9 Per i progetti
dell'empio ci sarà
un'inchiesta severa,
le sue parole giungeranno fino al Signore,
che condannerà i suoi
misfatti.
10 Il Signore è sempre in
ascolto
e non perde una sillaba,
nemmeno un bisbiglio di chi parla
contro
di lui.
11
Fuggite dunque le parole inutili,
non mormorate
contro il Signore,
non
criticatelo.
Anche
di una parola detta in segreto
renderete
conto
e chi parla ingiustamente costruisce la sua
rovina.
DIO
E' PER LA VITA
12 Non rincorrete la morte
abbandonando la strada che porta alla vita.
Non distruggetevi con le vostre mani.
13 Ricordate: Dio non ha creato la morte
e non vuole la morte degli uomini.
14 Ha creato le cose perché
esistano;
le forze presenti nel mondo sono per la
vita
e non hanno in sé nessun germe di
distruzione.
Sulla
terra non sarà della morte l'ultima
parola
15 e chi
fa quel che piace a Dio vive per
sempre.
16 I
cattivi invece aprono alla morte la porta
di
casa,
la chiamano e la invitano a venire,
la credono amica e spasimano per lei.
Arrivano a fare un patto con lei
e meritano così di riceverla in
sorte.
CAPITOLO
2
I MALVAGI DICONO: GODIAMOCI LA
VITA
1 I malvagi vaneggiano dicendo:
«La nostra vita è breve
e piena di tristezza,
giunti alla fine nessuno può salvarci
e non conosciamo nessuno che ci
liberi
dalla
morte.
2 Siamo stati messi al mondo per caso
e al momento di lasciarlo sarà come
se
non fossimo
esistiti.
Il respiro che ci fa vivere è
leggero come il
fumo,
il pensiero è una scintilla sprigionata
dal
palpito del
cuore.
3 Quando si spegne, il corpo diventa
cenere
e il respiro si perde come aria
impalpabile.
4 Passerà il tempo e nessuno
si ricorderà più
di
noi;
nessuno parlerà delle nostre imprese.
La nostra vita passerà come una
nuvola
che non lascia tracce,
si dissolverà come
nebbia
disfatta dai raggi e dal calore del
sole.
5 La nostra vita è solo un'ombra che
passa,
al momento della morte non possiamo
tornare
indietro.
La sua data è già stata
fissata e nessuno la
può
rinviare.
6 Diamoci dunque alla pazza gioia!
Godiamo questo
mondo
con l'ardore della
giovinezza:
7 beviamo tutti i vini prelibati,
inebriamoci
di tutti i profumi,
non chiudiamo gli occhi davanti ai
fiori
della
primavera.
8 Coroniamoci con boccioli di rose
prima
che
appassiscano.
9 Su ogni prato lasciamo i segni
dei nostri
godimenti
in ogni
luogo le tracce della nostra gioia.
Ne abbiamo
pieno diritto.
I PIU' FORTI SCHIACCIANO I
POVERI
10 «Comportiamoci da padroni con il
povero che vive onestamente,
non vi sia riguardo per la vedova,
e neppure per i vecchi e i loro
capelli
bianchi.
11
La nostra forza sia la norma suprema del
diritto,
perché i deboli non valgono niente.
12 Tendiamo trappole all'uomo
giusto
perché ci mette in
imbarazzo:
si oppone alle nostre scelte,
ci rimprovera di non rispettare la legge
e ci accusa di incoerenza con
l'educazione
ricevuta.
13
Egli pretende di conoscere Dio
e si dice servo
del Signore.
14 Per noi e per i nostri progetti,
egli è un
severo
rimprovero.
E' insopportabile solo a
vederlo.
15 La sua vita non è come quella
degli altri,
il suo modo di fare è del
tutto diverso.
16 Ci considera ambigui e falsi,
schiva le nostre abitudini come cosa sporca;
dice che solo il giusto alla fine sarà
felice
e si vanta di avere Dio come
padre.
17 Ma sono proprio vere le sue parole?
Proviamo a vedere come va a
finire.
18 Se il giusto è figlio di Dio,
Dio l'aiuterà,
lo libererà dalle
grinfie dei suoi nemici.
19 Mettiamolo alla prova
con torture e
insulti,
e vediamo fino a che punto sopporta il
male.
20
Condanniamolo ad una morte infame.
Se è
vero quel che dice, Dio interverrà in
suo
favore».
..MA FANNO MALE I
CONTI
21 I malvagi pensano così ma si
sbagliano,
la loro cattiveria li rende ciechi,
22 non conoscono i progetti segreti di
Dio
e non immaginano che egli ricompensa chi
lo ama
e
disprezzano l'onore riservato a chi è
onesto.
23 Dio ha
creato l'uomo perché fosse
immortale
e lo ha
fatto a immagine del suo essere
divino.
24 Solo
per invidia del diavolo
la morte è
entrata nel mondo
e quelli che stanno dalla sua
parte
ne fanno
l'esperienza.
CAPITOLO
3
I GIUSTI POSSONO SPERARE NELLA
VITA
1 Le anime dei giusti sono al sicuro
nelle mani di Dio,
nessun tormento li
colpirà.
2 Agli occhi degli stolti la loro
morte parve
uno sfacelo,
la loro scomparsa la fine di tutto,
3 il loro allontanarsi da noi un disastro,
ma essi sono nella
pace.
4 A molti sembravano castigati da Dio,
mentre essi sperano in una vita senza fine.
5 Dio li ha corretti solo con mano leggera
per dar loro una grande ricompensa.
Dio li ha messi alla
prova
e li ha trovati degni di vivere con
lui.
6 Li ha purificati dalle scorie, come si fa
con l'oro,
e li
ha accolti come un sacrificio.
7 Quando
interverrà in loro favore, essi
brilleranno,
saranno come le fiamme che bruciano
tutto un
pagliaio.
8 Il Signore sarà loro re per
sempre
ed essi potranno giudicare i popoli
e comandare su di
loro.
9 Chi ha fiducia nel Signore, capirà
i suoi
progetti
e
chi gli è fedele nell'amore vivrà unito a
lui.
Perché
Dio riempie di amore quelli che lo
amano
e
interviene in favore di quelli che si
è
scelti.
LA
SPERANZA DEI CATTIVI NON HA FONDAMENTO
10 I
cattivi riceveranno il castigo che si
meritano,
perché non hanno avuto a cuore la
giustizia
e hanno
voltato le spalle al Signore.
11 Chi disprezza la
Sapienza e i suoi consigli
è un infelice,
la sua speranza non ha fondamento,
i suoi sforzi sono
inutili
e tutto quel che fa non ha
senso.
12 Anche sua moglie prende una strada
sbagliata;
i loro
figli continueranno a fare il male
e tutta la
loro discendenza sarà
maledetta.
L'ONESTÀ CONTA PIU' DEI FIGLI
13 La donna che non ha tradito il marito,
può essere felice anche se non ha
figli
e avrà una ricompensa nel giorno del
giudizio.
14
L'uomo che non ha fatto il male
e non ha pensato
cose malvagie contro il
Signore,
sarà felice anche se non ha figli.
Per la sua fedeltà riceverà un
dono
stupendo,
avrà un posto privilegiato nella casa del
Signore.
15
Infatti un impegno generoso ha come
frutto la
gloria
e ha radici profonde perché
è suggerito
dalla
sapienza.
16 Invece i figli di un adultero non
avranno
fortuna
e
quelli nati da un'unione illegittima
finiranno
male.
17 Se vivranno a lungo non saranno
apprezzati,
nemmeno da vecchi riceveranno segni di
stima.
18 Se
moriranno presto, non ci sarà speranza
per
loro.
19 Per la gente cattiva c'è solo una
fine
infelice.
CAPITOLO
4
1 Essere onesti conta più che avere
figli.
Soltanto chi è onesto è
approvato da Dio
e dagli
uomini
e lascia un ricordo che non tramonta mai.
2 Finché è vivo, lo
imitano
e quando è morto lo
rimpiangono:
nell'eternità è come
un vincitore che viene
incoronato
al
termine di un confronto leale.
I FIGLI DEI
CATTIVI
3 Tutta la discendenza dei cattivi non
serve
a
niente:
proviene da germogli corrotti,
non può mettere radici profonde
e non diventerà mai un solido
ceppo.
4 Forse arriva a mettere qualche
ramo.
Ma è una crescita che non dura:
il vento la scuote e la sradica con violenza.
5 I suoi rami ancora fragili
vengono
spezzati,
i suoi frutti sono da buttare via:
acerbi non li puoi mangiare e non
servono
a
niente.
6 Così i figli di un'unione
illegale
al momento del giudizio saranno la
prova
che i genitori hanno sbagliato
tutto.
MORIRE GIOVANI NON E' SEMPRE UN
MALE
7 L'uomo onesto, anche se muore giovane,
ha una sorte
felice.
8 Un anziano, infatti, non è
circondato di
stima per la sua lunga
vita
o per il numero degli
anni.
9 La saggezza vale più dei capelli
bianchi
e una vita onesta più di una
lunga
esistenza.
10
Chi si rende gradito a Dio, da lui è amato
e, se vive in mezzo a gente cattiva,
Dio lo prende e lo fa vivere altrove;
11 lo porta via perché il male
non lo inganni con il suo fascino,
non deformi il suo modo di
pensare.
12 Infatti il fascino di una vita
frivola oscura
i veri
valori
e la giostra dei desideri sconvolge l'uomo
senza difese.
13
L'uomo giusto, invece, raggiunge in
breve
tempo
la
pienezza di tutta una vita.
14 La sua esistenza
piace al Signore
che lo toglie in fretta da un
ambiente
malvagio.
Gli
altri vedono ma non capiscono;
non vogliono
rendersi conto
15 che Dio riempie di amore
quelli che
lo
amano
e
interviene a favore di quelli che si è
scelti.
16 L'uomo
onesto che muore
è condanna per i cattivi
che restano in
vita;
e il
giovane che ha raggiunto in poco
tempo la
perfezione
è accusa per i cattivi e per la
loro
lunga
vecchiaia.
17
Vedono la fine dell'uomo sapiente
ma non
capiscono quel che Dio ha voluto
per
lui
e la ragione per cui l'ha portato al
sicuro.
18 Vedono e mostrano tutto il loro
disprezzo,
ma chi ride per ultimo è il
Signore.
19 Essi infatti diventeranno un cadavere
spregevole:
tra i
morti saranno sempre oggetto di
scherno.
Perché
Dio li schianterà dalle fondamenta.
Li
butterà giù a capofitto
ed essi
non potranno dire una parola.
Sarà un
disastro per sempre:
si troveranno in mezzo ai
dolori
e nessuno si ricorderà di
loro.
I CATTIVI DI FRONTE AGLI
ONESTI
20 Quando dovranno rendere conto dei
loro
peccati,
i
cattivi si presenteranno pieni di paura
perché saranno i loro stessi misfatti
ad
accusarli.
CAPITOLO
5
1 Allora l'uomo onesto,
in tutta sicurezza,
si alzerà contro quelli che l'hanno
schiacciato
e
hanno disprezzato il suo impegno.
2 A vederlo,
saranno tutti sconvolti e in
preda alla paura,
sorpresi perché Dio l'ha salvato
quando meno se
l'aspettavano.
3 Con sospiri affannosi e in mezzo
a gemiti
e, presi da rimorso, si diranno l'un
l'altro:
4 «E' lui quello che abbiamo
deriso?
Siamo stati degli stupidi a
disprezzarlo,
per noi la sua vita era una
follia
e la sua morte un
disonore.
5 Come mai ora si trova in mezzo ai
figli di
Dio?
La
sua sorte è quella degli amici di Dio.
6
Noi, purtroppo, abbiamo preso la
strada
sbagliata,
la giustizia non ha illuminato le nostre
decisioni.
E'
come se il sole non si fosse mai alzato per
noi.
7 Abbiamo battuto fino al disgusto strade
sbagliate e
rovinose:
abbiamo vagato nel
deserto
senza riconoscere la pista tracciata dal
Signore.
8 A cosa
ci è servita la nostra arroganza?
Che
cosa abbiamo messo insieme
coi soldi dei quali
ci siamo tanto vantati?
9 Tutto è
scomparso come ombra,
come parole che passano
inascoltate.
10 «La nostra vita
è come una nave che
taglia l'onda
impetuosa,
ma poi il solco della sua rotta si
perde
e la scia del suo scafo scompare fra
le
onde.
11 E'
come un uccello che vola nell'aria,
ma il suo
volo non lascia segno.
Attraversa l'aria
leggera, la colpisce con le
sue ali,
la taglia con il suo movimento rapido
e
sicuro,
ma poi
non rimane nessun segno del suo
passaggio.
12 E'
come una freccia scoccata contro un
bersaglio:
l'aria
la lascia passare ma poi torna al
posto di
prima
e il tracciato della freccia ti
sfugge.
13 Così anche noi; appena nati
siamo subito
scomparsi,
non abbiamo lasciato nemmeno un segno
di
onestà
e ci siamo logorati nel
male».
14 La speranza dei cattivi è
come polvere
sollevata dal vento,
come vapore leggero portato via
dall'uragano;
è
come fumo disperso dal vento.
E' uno che viene
un momento a casa tua
ma poi tu lo dimentichi
subito.
DIO STA CON CHI E'
ONESTO
15 L'uomo onesto vive per sempre:
sa che il Signore si prende cura di lui
e gli garantisce una ricompensa
sicura.
16 Presso il Signore riceverà un
manto regale,
troverà una corona
splendida,
perché il Signore lo protegge
con la sua
mano
e
gli fa scudo con il suo braccio.
17 Per lui
è come un guerriero:
per schiacciare i
nemici si serve di tutto il
creato;
armatura
è la sua forza,
18 corazza la sua
giustizia,
elmo il suo giudizio inappellabile,
19 scudo la sua santità
invincibile.
20 Usa la sua collera inflessibile
come una spada
affilata.
Anche le forze della
natura
si alleano con il Signore contro gente
insensata;
21 su
di loro si scagliano infallibili le frecce
come
scoccate da un arco tra le nubi;
22 su di loro
cadono chicchi di grandine,
come lanciati da un
tiratore infuriato;
contro di loro si scatenano
le acque del
mare
e i fiumi li
sommergono senza pietà;
23 contro di loro
si alza un vento terribile
e un uragano tutti li
distrugge.
Perché l'iniquità
devasta tutta la terra
e la pratica del male
sbalza dal trono
uomini
potenti.
ELOGIO DELLA SAPIENZA
CAPITOLO
6
LA SAPIENZA SERVE PER GOVERNARE BENE
1 Ascoltate dunque, o re, e imparate,
lasciatevi istruire, voi che
comandate
su tutto il
mondo.
2 Ascoltate bene, voi che siete a capo di
molti popoli
e
siete fieri di governare su tante nazioni.
3 Il
vostro potere discende dall'unico
Signore,
la vostra autorità viene da Dio,
l'Altissimo.
Egli
esaminerà le vostre azioni
e
indagherà sui vostri progetti.
4
Vedrà se voi, ministri del suo regno,
avete giudicato rettamente,
se avete rispettato la legge
e agito seguendo i suoi
voleri.
5 Dio allora comparirà dinanzi a
voi
all'improvviso con aspetto terribile,
perché è particolarmente severo
con chi
sta in
alto.
6 Chi non conta niente merita pietà
e può
essere perdonato,
i potenti invece saranno giudicati con
rigore.
7 Il
sovrano del mondo non si arresterà
davanti a nessuno,
non terrà conto di chi è al
potere:
egli ha creato i piccoli e i grandi
e di tutti si prende cura alla
stessa
maniera.
8
Ma per i potenti l'inchiesta sarà più
severa.
9 Per
questo, o sovrani, a voi mi rivolgo:
mettetevi
alla scuola della sapienza e non
sbaglierete.
10
Chi docilmente osserva i comandi di
Dio
sarà da lui approvato,
e chi è stato educato alla sua legge
vi troverà una
difesa.
11 Fate dunque tesoro delle mie parole,
cercatele con passione e
imparerete.
LA SAPIENZA SI FA
TROVARE
12 Luminosa è la sapienza e il suo
splendore
non viene
meno;
si lascia trovare facilmente da chi le vuol
bene
e la cerca
con ardente desiderio.
13 Quando uno ama la
sapienza,
è lei che si fa conoscere per
prima.
14 Chi si alza presto per cercarla non
dovrà
faticare,
la troverà seduta alla porta di
casa.
15 Se ti innamori di lei, raggiungi le
vette
della saggezza,
se stai sveglio per
lei
i tuoi affanni finiranno
presto.
16 Perché la sapienza stessa va in
giro
alla ricerca di quelli che la meritano,
la incontri per strada tutta sorridente
e ti corteggia con mille
stratagemmi.
LA SAPIENZA TI FA
STRADA
17 La sapienza comincia proprio
allora
quando uno desidera essere istruito da
lei.
18 Applicarsi a questo studio vuoi dire
amare
la sapienza,
amarla significa osservare le sue
leggi.
Ubbidire ad essa è garanzia di
vivere per
sempre
19 e
questa vita ti permette di stare vicino a
Dio.
20
Così, se desideri la sapienza puoi giungere
fin sul trono.
21
Dunque se vi piace governare, o sovrani,
rendete
omaggio alla sapienza e regnerete
per
sempre.
PARLIAMO DELLA
SAPIENZA
22 Che cos'è la sapienza? Qual
è la
sua
origine?
Vi
dirò i suoi segreti:
voglio risalire alle
sue origini
e parlarvi di lei in modo chiaro e
lineare.
Non mi scosterò certo dalla
verità,
23 non terrò niente per
me
come fa l'invidioso che non cessa di
rodersi:
un tipo
così non ha niente a che fare con
la
sapienza.
24 Ma se i saggi diventano tanti,
salvano il
mondo
e un
sovrano sapiente assicura la felicità
del
suo popolo.
25 Lasciatevi dunque istruire dalle
mie parole
e ne ricaverete
profitto.
CAPITOLO
7
IL GRANDE SALOMONE UN UOMO COME TUTTI
1 Anch'io sono un uomo,
mortale come tutti gli altri,
discendente del primo uomo che fu
impastato di
terra.
Nel ventre di una donna è stato
modellato
il mio corpo fragile e
mortale.
2 A partire dal seme di un uomo
e dal piacere che accompagna l'amore,
per nove mesi il sangue materno mi
ha
dato
consistenza.
3 Appena nato ho respirato la stessa
aria di
tutti,
sono entrato in un mondo dove tutti
soffrono allo stesso
modo
e, come per gli altri, il pianto è
stato il
mio primo
grido.
4 Come tutti sono stato fasciato e
circondato di
cure.
5 Nessun re ha cominciato a vivere in un
altro modo:
6 per
tutti c'è una sola maniera di entrare
nella vita e di
lasciarla.
...E CHIEDE IN DONO LA
SAPIENZA
7 Perciò ho pregato Dio e Dio mi
ha dato la
saggezza,
l'ho invocato e ho ricevuto lo spirito della
sapienza.
8 Ho
preferito la sapienza alla conquista
del
potere
e la
ricchezza mi è parsa un niente al suo
confronto.
9 La
sapienza è ben più di una gemma
inestimabile,
tutto l'oro del mondo è come una
manciata di
sabbia
e l'argento di fronte a lei è
paragonabile al
fango.
10 L'ho
preferita alla bellezza e alla salute,
anzi, le
ho dato più importanza della luce,
perché so che il suo splendore non
vien
meno.
DIO HA ASCOLTATO LA PREGHIERA DI SALOMONE
11 Dio mi ha donato la
sapienza
e per mezzo della sapienza tutti gli
altri
beni,
perché nelle sue mani ci sono tesori
incalcolabili.
12
Di tutti ho goduto, convinto che la
sapienza li
guida,
ma non sapevo che la sapienza è
anche
loro
madre.
13 Io ho imparato onestamente e vi insegno
con generosità,
le sue ricchezze non le tengo solo per me.
14 Per gli uomini esse sono un
tesoro
inesauribile,
chi lo possiede si assicura l'amicizia di
Dio
e può offrire in dono al Signore
una vita addestrata alla scuola
della
sapienza.
15
Dio mi aiuti a parlare con intelligenza
e a
riflettere in modo degno dei suoi doni.
Egli
guida la sapienza verso gli uomini
e mette i
saggi sulla strada giusta.
16 Sì, noi e
tutti i nostri discorsi,
ogni sorta di
conoscenza e ogni capacità
tecnica,
tutto dipende da
Dio.
...E GLI HA DATO UNA GRANDE SCIENZA
17 Dio stesso mi ha fatto conoscere
come
sono veramente le cose,
mi ha insegnato la struttura del mondo
e il gioco dei suoi elementi,
18 la divisione del tempo in presente, passato
e futuro,
le
diverse posizioni del sole e l'alternarsi
delle
stagioni.
19 Ho conosciuto il ciclo dell'anno e
la
posizione delle stelle,
20 la natura degli animali e l'istinto delle
bestie feroci,
i
vari tipi di piante e il potere curativo
delle
radici,
le diverse mentalità e gli
impulsi che
stimolano
l'uomo.
21 Ho potuto conoscere le cose più
nascoste
come quelle
evidenti
perché la sapienza, artefice del
mondo, mi
ha
istruito.
UNA LODE DELLA
SAPIENZA
22 La sapienza è uno spirito
intelligente e
santo,
unico nel suo genere e interiormente ricco,
sottile, agile e penetrante,
limpido e senza macchia;
benevolo, amante del bene e pronto
ad
agire,
23
spontaneo, generoso e amico dell'uomo,
sicuro,
stabile e tranquillo,
onnipotente e capace di
controllare tutto,
di arrivare al cuore di ogni
persona
intelligente,
è puro e
fine.
24 La sapienza si muove con estrema
agilità,
è così immateriale
che passa dappertutto
e penetra in ogni
cosa.
25 E' come un fluido che emana dalla
potenza
di Dio,
un'irradiazione perfetta di Dio che
è
sovrano
glorioso.
Nessun'ombra può
offuscarla.
26 E' un riflesso della luce di Dio,
uno specchio lucido,
ti fa vedere che Dio agisce
ed è un'immagine della sua
bontà.
27 Da sola può fare ogni
cosa;
essa non cambia mai, ma
rinnova
l'universo.
Accompagna
gli uomini buoni di ogni
generazione,
li fa diventare amici di Dio e suoi profeti.
28 Perché Dio ama solo chi vive a tu per
tu
con la
sapienza.
29 Essa è più bella del
sole e di ogni
costellazione.
Paragonata
alla luce si rivela superiore:
30 infatti alla
luce succedono le tenebre,
ma il male non la
vincerà mai
sulla
sapienza.
CAPITOLO
8
1 Domina su tutta la faccia della terra
e governa
l'universo
in modo
impagabile.
SALOMONE SI INNAMORA DELLA SAPIENZA
2 Fin da giovane l'ho amata e
cercata
perché la volevo come compagna
della mia
vita.
Mi
sono lasciato sedurre dalla sua
bellezza.
3 La
sapienza manifesta la sua nobile
origine,
perché condivide la vita di
Dio
ed è la prediletta del Signore del
mondo;
4 partecipa alla conoscenza stessa di Dio
e alle sue
decisioni.
5 Se nella vita la ricchezza è
desiderabile,
c'è forse ricchezza
più grande della
sapienza
da cui
ogni cosa deriva?
6 Se uno vuol fare un lavoro in
modo
intelligente,
niente è meglio della sapienza che
è
artefice di
tutto.
7 Se uno vuol essere onesto,
sappia che la sapienza genera virtù,
perché insegna autocontrollo e saggezza,
giustizia e coraggio,
e queste sono le cose più importanti
nella
vita
dell'uomo.
8 Se uno vuole approfondire le sue
esperienze,
sappia che la sapienza conosce il passato e
prevede il futuro,
conosce le sottigliezze dei discorsi e le
soluzioni degli enigmi,
prevede fenomeni strani e prodigiosi,
la successione delle epoche e dei
tempi.
9 Perciò ho deciso di sposare la
sapienza e
di stare con
lei;
sapevo che mi poteva consigliare bene,
confortarmi nei momenti di tristezza e
di
preoccupazione.
10
Grazie a lei, in mezzo alla gente potrò
farmi un nome,
anche se sono giovane, sarò onorato tra
gli anziani.
11
Diranno che giudico con acutezza
e
susciterò l'ammirazione di altri
sovrani.
12 Se tacerò, essi aspetteranno,
se prenderò la parola staranno attenti
e se parlerò a lungo mi
ascolteranno
ammirati.
13
La sapienza mi darà una gloria
immortale
e
potrò lasciare ai miei successori
un
ricordo
duraturo.
14 Governerò i
popoli
e le nazioni mi resteranno
sottomesse.
15 Sovrani terribili avranno paura,
quando sentiranno parlare di me.
Sarò buono con il mio popolo
e
coraggioso in
guerra.
16 Poi, rientrato in casa, mi
riposerò accanto
a lei,
perché la sua compagnia non procura
amarezze
e
l'intimità con lei non provoca tristezza,
ma solo piacere e
felicità.
17 Ho ripensato tutte
queste cose
nel mio cuore e ho capito
che vivere unito alla sapienza mi
assicura
l'immortalità;
18
che nella sua tenerezza c'è un godimento
sincero
e nelle
sue mani una ricchezza inesauribile.
Ho capito
anche che stare con lei ti fa
diventare
intelligente,
parlare con lei ti rende
famoso.
Perciò mi sono affannato per
prenderla e
farla
mia.
19 Ero un giovane
bello
e avevo ricevuto in sorte un animo buono,
20 o meglio, perché ero buono,
ero entrato in un corpo senza difetti.
21 Sapevo che non potevo avere la sapienza,
se Dio non me la
regalava
ed è già un segno di
saggezza sapere da
chi viene un
dono.
Perciò mi sono rivolto al Signore
e l'ho pregato di tutto cuore con
queste
parole:
CAPITOLO
9
PREGHIERA DI SALOMONE
1 «Dio dei nostri padri,
Signore che ami e perdoni,
tu con la tua parola hai fatto l'universo,
2 con tutta la tua saggezza hai
formato
l'uomo
perché
sia signore di tutto quel che hai
creato,
3 perché governi il mondo con animo retto
e
giusto
e
pronunzi i suoi giudizi con
imparzialità.
4 Dammi la sapienza che ti
consiglia quando
governi,
non escludermi dal numero dei tuoi
figli.
5 Io sono tuo servo, ti appartengo come
figlio della tua schiava,
sono un uomo debole e di vita breve,
ho scarsa esperienza e conosco poco
il
diritto e le
leggi.
6 Ma anche l'uomo più bravo di
tutti
non conterebbe niente senza la
sapienza
che viene da
te.
7 Tu mi hai scelto come re del tuo popolo,
come giudice dei tuoi figli e delle tue
figlie
8 Mi hai
comandato di costruire un tempio
sulla montagna
santa
e un altare nella città dove tu
abiti:
doveva essere come la tenda sacra
che avevi preparato
dall'inizio.
9 La sapienza è con te e
conosce quel
che
fai;
era
presente quando creavi il mondo.
Sa quello che
ti piace,
quel che è giusto e conforme ai
tuoi
comandi.
10
Dal cielo, che è la tua dimora,
e dal
trono ove siedi glorioso, mandami la
sapienza,
perché sia sempre al mio fianco e fatichi
con me:
allora io
imparerò quel che ti piace.
11 Lei sa e
capisce ogni cosa,
mi guiderà con
intelligenza nel mio lavoro,
e mi
proteggerà con la sua presenza.
12
Così tutto quel che faccio ti sarà gradito.
Governerò il tuo popolo con giustizia
e
sarò degno del trono di mio
padre».
13 Chi tra gli uomini
potrà mai conoscere la
volontà di
Dio?
Chi potrà sapere quel che il
Signore
vuole?
14
Noi siamo fragili,
ragioniamo tra mille dubbi e
incertezze.
15 Il nostro corpo è mortale,
è fatto di terra e grava sull'anima.
E' come una tenda che pesa
e che opprime una mente già carica
di
pensieri.
16 A
stento possiamo immaginare le cose del
mondo,
anche quelle che sono a nostra portata, le
scopriamo a
fatica.
Ma le cose del cielo, chi mai ha
potuto
esplorarle?
17
Nessuno ha conosciuto la tua volontà
se
non eri tu a dargli la sapienza,
se dal cielo
non gli mandavi il tuo
spirito
santo.
18
Solo così gli abitanti della terra
han
potuto correggere il loro modo di
vivere,
hanno imparato quel che ti piace
e furono salvati per mezzo della
sapienza.
CAPITOLO
10
LA SAPIENZA NELLA
STORIA
ADAMO
1 La sapienza protesse il
primo uomo,
il padre di tutti,
quando fu creato ed era ancora solo.
Poi lo liberò dalla sua
colpa
2 e gli diede la forza di dominare
sull'universo.
CAINO E IL DILUVIO
3 Un uomo ingiusto, nella sua
collera,
abbandonò la sapienza,
rovinò se stesso con la sua
rabbia
fratricida
4
e per colpa sua le acque sommersero
la
terra.
Ma la
sapienza guidò un uomo onesto
su un
semplice pezzo di legno,
e così, grazie a
lei, la vita riprese
sulla
terra.
ABRAMO
5 Quando i popoli erano tutti
concordi nel
male
e non
riuscivano più a capirsi,
la sapienza
trovò un uomo giusto,
lo tenne lontano
dal male e lo conservò
fedele a
Dio;
lo aiutò ad essere più
forte
della grande tenerezza che lo legava a suo
figlio.
LOT E LA DISTRUZIONE DELLE CITTA INFEDELI
6 Mentre i cattivi venivano
distrutti,
la sapienza salvò un uomo
giusto,
e lo fece sfuggire al fuoco caduto sulle
cinque
città.
7 Quella gente era
malvagia
e come prova esiste ancor oggi una terra
arida e
bruciata
e piante che non riescono a far maturare
i
loro
frutti.
C'è anche una colonna di
sale
che si innalza a ricordare una donna
senza
fede.
8
Sì, quegli abitanti trascurarono la sapienza
e non poterono conoscere quel che è
bello
e onesto,
anzi lasciarono ai posteri un monumento
della loro stoltezza,
perciò i loro errori non possono essere
dimenticati.
9
Invece la sapienza libera dalle sofferenze
tutti
quelli che la servono.
GIACOBBE
10 La sapienza guidò
sulla strada giusta
un uomo giusto, costretto
alla fuga
perché suo fratello era
adirato.
Gli fece capire che Dio è re del
mondo,
gli fece conoscere quel che appartiene a
Dio,
nelle
fatiche gli diede il successo,
e
moltiplicò i frutti del suo lavoro
11 In
mezzo a gente avida che voleva fargli
violenza,
la sapienza gli restò vicino e gli diede
ricchezze.
12 Lo
difese contro i nemici,
lo tenne lontano dai
tranelli degli
avversari,
in una lotta molto dura fu dalla sua parte
ed egli imparò che è più
forte di tutti chi
riconosce
Dio.
GIUSEPPE
13 La sapienza non
abbandonò un uomo
giusto che era stato
venduto
e lo liberò da una donna che
voleva
sedurlo.
14 La
sapienza scese nella cisterna insieme
a
lui
e quand'era
in prigione non lo
abbandonò.
Lo
fece diventare viceré
e gli diede il
potere su quanti lo avevano
oppresso;
smascherò
quelli che lo
avevano
calunniato
e
a lui diede una gloria duratura.
MOSÈ E L'USCITA DALL'EGITTO
15 La sapienza liberò
dagli oppressori
il popolo di Dio, che gli
è fedele in tutto.
16 Diede coraggio a un
servo del Signore,
che con opere portentose
affrontò
re
terribili.
17
Ai suoi fedeli diede il giusto salario delle
loro fatiche,
li
guidò in un cammino meraviglioso:
di
giorno li proteggeva,
di notte era per loro come
un cielo
stellato.
18 Li
fece passare attraverso il mar Rosso
in mezzo ad
acque abbondanti,
19 ma sommerse i loro
nemici
e poi, dal fondo del mare, li
ributtò
in
alto.
20
Così i giusti poterono spogliare i
cattivi
e glorificare te, o Signore, che sei
santo,
e lodarti tutti insieme perché li
avevi
difesi.
21
La sapienza fece parlare anche i muti
e ai
più piccoli fece dire cose che
tutti
capiscono.
CAPITOLO
11
LA VITA NEL
DESERTO
1 La sapienza favori le imprese degli
Ebrei
per mezzo di un profeta santo,
un vero uomo di
Dio.
2 Li fece passare attraverso zone deserte e
inospitali
ed
essi piantarono le tende in luoghi
impossibili;
3
affrontarono nemici agguerriti e li
respinsero.
MEDITAZIONE SULL'ESODO
L'ACQUA COME DONO E COME CASTIGO
4
Gli Ebrei ebbero sete e ti invocarono, o
Signore,
e tu da
una rupe scoscesa facesti uscire
acqua,
un rimedio per la loro sete dalla
dura
pietra.
5
L'acqua che aveva punito i loro nemici
divenne un
dono di Dio per gli Ebrei
affaticati.
6 Per
gli Egiziani la corrente di un grande
fiume
fu
inquinata di sangue
7 e questo era il castigo
perché avevano
ucciso i
bambini.
Per i tuoi invece ci fu la sorpresa di
un'acqua
abbondante.
8 Quando furono assetati gli Ebrei
capirono
quale castigo la sete era stata per gli
Egiziani.
9
Quando furono messi alla prova, benché
corretti con amore,
capirono quali tormenti
avevano
sopportato i malvagi,
che avevi giudicato con durezza.
10 O Infatti sei stato come un padre e
un
maestro
quando
hai messo alla prova i tuoi;
quelli invece li
hai maltrattati
come un re severo che condanna.
11 Lontano o vicino agli Israeliti,
gli Egiziani
soffrivano:
12 il loro dolore era
aggravato
dal ricordo dei dolori di
prima.
13 Seppero infatti che gli Ebrei
ricevevano in
dono
l'acqua
mentre a loro era stata tolta per
castigo:
si sentivano dominati dal Signore.
14 Infatti essi avevano rifiutato Mosè
prima ancora che fosse deposto sulla
riva
del fiume,
e
più tardi l'hanno deriso.
Ora, a conti
fatti, dovevano ammirarlo
dopo aver patito una
sete ben diversa da
quella degli
Ebrei.
GLI ADORATORI DEGLI ANIMALI SONO
PUNITI
15 Nella loro mentalità sbagliata e
corrotta
divennero
insensati
al punto di venerare rettili senza
ragione e
bestie disgustose,
e tu giustamente hai mandato loro
un invasione di animali stupidi,
16 perché imparassero che colpa e
castigo
vanno insieme a
braccetto.
DIO CASTIGA CON MODERAZIONE GLI
EGIZIANI...
17 Siccome Dio è onnipotente
e da una materia senza forma
ha creato un mondo pieno di armonia,
non aveva difficoltà a scegliere altri
modi
per
castigarli.
Poteva mandar loro un branco di orsi
o di
leoni affamati,
18 o creare mostri inferociti e mai visti
fino
allora,
draghi che sputano fuoco,
che appestano tutto con il loro fiato
puzzolente
e
dagli occhi fanno uscire lampi terribili.
19 E
non c'era nemmeno bisogno della loro
ferocia:
per
distruggere d'un colpo gli Egiziani
bastava la
loro vista terrificante.
20 E neppure c'era
bisogno di queste fiere;
un solo cenno di Dio
bastava a
farli
cadere
colpiti
dalla sua giustizia
e dispersi dal suo soffio
potente.
Ma tu, o Dio, agisci con
misura
e grande
moderazione.
21 Tu potresti sempre importi
con la forza
e nessuno saprebbe
resisterti.
22 Tutto il mondo davanti a te
è niente,
è come un manciata di
farina
che fa appena inclinare un piatto della
bilancia,
è come una goccia di rugiada che al
mattino si posa sulla
terra.
23 Tu hai compassione di tutti,
perché
puoi
tutto.
Tu
chiudi un occhio sulle colpe degli
uomini
perché
vuoi che cambino vita.
24 Tu ami tutte le cose
esistenti
e niente di ciò che hai fatto ti
dispiace.
Perché tutto è frutto
del tuo amore.
25 Una cosa come potrebbe
esistere, se tu
non la
vuoi?
Come potrebbe continuare ad
esserci
se tu, dopo averla chiamata, non la
tieni
in vita?
26
Sì, tu hai compassione di tutte le cose,
perché tutte sono
tue
CAPITOLO
12
1 e il tuo soffio le avvolge e le penetra,
o Signore che ami la
vita.
2 A poco a poco tu correggi chi
sbaglia,
tu lo avverti e gli fai comprendere le
sue
colpe
e lo
porti a rinunziare alla cattiveria
e a fidarsi
completamente dite, o Signore.
....E ANCHE
I CANANEI
3 Questo vale anche per gli antichi
abitanti
della tua terra
santa.
4 Tu li hai castigati perché erano
pieni di
malvagità:
si
davano alla magia e ai riti infami,
5
sacrificavano i loro figli senza pietà
e
facevano banchetti di carne e
sangue
umani.
Ma
tu hai colto sul fatto chi praticava
questi riti
sconci,
6 e per mezzo dei nostri antenati hai
voluto
distruggere
quei
genitori che uccidevano i figli
indifesi.
7
Così questa terra che ti è cara più di ogni
altra
poté
ricevere nuovi abitanti degni
di
appartenerti.
8
Eppure sei stato indulgente anche con i
Cananei
perché
erano uomini.
Come avanguardia hai mandato contro
di
loro le
vespe
perché li distruggessero solo a poco
a poco.
9 In battaglia potevi mettere questi
uomini
cattivi nelle mani dei tuoi fedeli,
potevi distruggerli
all'istante
con bestie feroci e con un comando
inesorabile.
10-11
Invece hai esercitato la tua giustizia
a poco a
poco.
Lo sapevi già che sono una razza
grama
e che non avrebbero mai cambiato idea
perché la cattiveria ce l'hanno nel
sangue
e sono nati da un seme maledetto.
Ma tu volevi dare anche a loro
l'occasione
di cambiare
vita.
Non era per timore di
qualcuno
che tu, Signore, aspettavi a punire le
loro
colpe.
12
Nessuno potrà certo dirti
«cos'hai
fatto?».
Nessuno
potrebbe opporsi alle tue
decisioni
e
accusarti perché hai distrutto popoli che
avevi creato.
Di
fronte a te non c'è nessuno
che possa
farsi difensore di
uomini
colpevoli.
13
Non c'è un altro dio che si prenda cura di
tutto
e al quale
dovresti dimostrare di essere un
giudice
onesto.
14 Nemmeno un re o un altro
sovrano
potrebbe mettersi contro di te
e difendere quelli che tu
condanni.
DIO E'
TOLLERANTE
15 Tu sei giusto, o Signore, e guidi
l'universo
con
giustizia.
Condannare chi non lo
merita
ti pare cosa indegna della tua
potenza.
16 La tua forza è la fonte della
tua giustizia:
poiché sei signore di
tutto, con tutti
sei
buono.
17 Il
re che vede messo in dubbio il suo
strapotere
fa
sfoggio di intolleranza
e accusa di insolenza
anche quelli che lo
accettano.
18 Ma
tu, che disponi della forza, giudichi
con
mitezza
e ci governi con grande bontà,
eppure potresti agire con estrema
potenza.
LA TOLLERANZA DI DIO UN ESEMPIO
PER GLI UOMINI
19 Con il tuo modo di fare, o
Signore, hai
insegnato al tuo
popolo
che il giusto deve amare
l'uomo.
Tu hai riempito di speranza i tuoi figli
perché, dopo i loro errori,
hai dato loro la possibilità di cambiar
vita.
20 Perfino con i Cananei,
uomini degni di morte e nemici dei tuoi
figli,
sei stato
indulgente e tollerante
per dar loro occasione
di ravvedersi.
21 E con un'attenzione ancor
più grande
hai corretto i tuoi figli,
per aver fatto con i loro
antenati
un giuramento e un'alleanza piena di
promesse
stupende.
22 In mille modi colpisci i nostri
nemici per
istruirci.
Perciò,
quando giudichiamo,
dobbiamo ricordarci della
tua bontà
e, quando siamo giudicati,
dobbiamo sempre ricordare il tuo
amore.
DIO CASTIGA PER
CORREGGERE
23 Quelli che avevano un'assurda
concezione
della
vita
e vivevano facendo il male,
tu, Signore, li hai castigati
con le stesse cose orribili che
avevano
adorato.
24
Infatti si erano veramente sbagliati
quando
avevano scelto come dèi
gli animali
più vili e ripugnanti
e si erano lasciati
portare fuori strada
come bambini che non hanno
giudizio.
25 Perciò li hai castigati e
derisi
come bambini che non ragionano
ancora.
26 Ma essi non si sono lasciati
correggere
da un rimprovero in tono di scherzo.
Perciò dovranno ricevere da Dio
un
castigo ben
meritato.
27 Infatti si
irritavano
per gli animali che li facevano
soffrire
ed erano puniti con gli stessi animali
che
credevano
dèi.
E alla fine dovettero riconoscere
come
vero
Dio
quello che prima avevano rifiutato.
Per questo il castigo supremo si
era
abbattuto su di
loro.
CAPITOLO 13
PROCESSO ALL'IDOLATRIA
IL CULTO DELLA
NATURA
1 Tutti quelli che non conoscono Dio,
nella loro debolezza si
illudono.
Vedono le cose
buone
ma non sanno risalire alla loro fonte;
prendono in considerazione le opere,
ma non sanno riconoscere l'artista che
le
ha fatte.
2
Essi ritengono divinità messe a capo del
mondo
il soffio
vitale, l'aria leggera,
le costellazioni e
l'acqua impetuosa,
il sole e la
luna.
3 Ma, se affascinati dalla loro bellezza
arrivano a considerarli dèi,
sappiano che il Signore di queste cose
è
ancora più
grande:
colui che le ha fatte è la
sorgente stessa
della
bellezza.
4 Se sono presi da stupore per la loro
potenza ed energia,
imparino da loro quanto è più
forte chi le
ha
fatte.
5 Perché, a partire dalle creature
grandi e
belle,
ci si può fare un'idea del loro autore al
quale
assomigliano.
6 Ma questi uomini non si
devon
rimproverare
troppo.
Infatti forse si sbagliano
proprio mentre cercano Dio e
vogliono
trovarlo.
7
Tutti dediti alle sue opere, le indagano
e
cedono alla loro bellezza,
perché sono
belle le cose visibili.
8 Però non si
possono interamente scusare.
9 Se infatti sono
riusciti a esplorare
tutti i segreti del mondo,
come mai non sono stati i primi a scoprire
il Signore del
mondo?
IL FALEGNAME SI FABBRICA IL SUO
DIO
10 Sono dei poveri diavoli, loro e tutte le
loro speranze,
quelli che invocano come divinità le
opere
fatte da
uomini.
Hanno fiducia in cose senza vita:
oro e argento lavorati con arte,
statue che copiano esseri viventi,
pietre senza valore, lavorate da
mani
esperte.
11
Prendiamo per esempio il falegname:
taglia un
arboscello,
un legno facile da maneggiare.
Pratico del mestiere, toglie la corteccia.
Con la sua abilità lo lavora
e ottiene un oggetto utile per i bisogni
di
tutti i
giorni.
12 Il legno che gli è rimasto
lo mette sul fuoco
per prepararsi il cibo e
sfamarsi.
13 Quel che gli avanza ancora e non
serve più
a
nulla
perché è storto e pieno di
nodi,
lo prende e, per occupare il tempo,
lo
scolpisce.
Con
la passione propria dei momenti di
svago
riesce a
dargli una figura
e ottiene l'immagine di un
uomo
14 o di un animale spregevole.
Poi lo colora di rosso,
prima con una terra speciale e poi con
alghe
finché
non c'è più nessuna macchia.
15
Poi cerca un posto adatto dove metterlo,
lo pone
su una parete e lo fissa con
un
chiodo;
16 si
preoccupa perché non cada.
Sa bene che
è un pezzo di legno
incapace di pensare a
se stesso:
è solo una statua e ha bisogno
di aiuto.
17 Eppure si mette a pregarlo
per gli affari, per le nozze, per i
figli;
non si vergogna di parlare a una cosa che
non ha vita.
Per
la propria salute si rivolge a una cosa
debole,
18 per la vita a una cosa morta,
per ricevere un aiuto prega chi è
senza
mezzi,
per
i suoi viaggi chi è incapace di fare un
passo.
19 Per
guadagnarsi il pane, per il successo e
per il
lavoro delle sue mani,
chiede aiuto a chi non
riesce nemmeno a
muovere una
mano.
CAPITOLO
14
E' DIO CHE PROTEGGE IN MARE, NON UN PEZZO DI
LEGNO
1 Un altro, in procinto di imbarcarsi,
sta per attraversare il mare
minaccioso.
Ma prima si mette
a invocare una statua di
legno
più malconcia della barca su cui
vuole
salire.
2
Questa almeno l'hanno progettata
perché
volevano guadagnare qualcosa:
gli artigiani
l'hanno costruita con l'abilità
del
mestiere.
3 Ma sei tu, o padre, che ne tieni
saldo il
timone,
perché ti preoccupi degli uomini e
già un
tempo
hai
tracciato una rotta nel mare
e un sentiero
sicuro in mezzo alle acque.
4 Così hai
fatto vedere che puoi salvare da
ogni
pericolo
anche se chi si imbarca non è
marinaio
esperto.
5 Tu
vuoi che le opere della tua sapienza
siano
utili;
perciò gli uomini possono affidare
la loro
vita
anche a una
fragile barca
e arrivare a buon porto
perfino attraverso il mare in
burrasca.
6 Anche all'inizio, quando morirono
i
giganti superbi,
la speranza del mondo trovò scampo su
una zattera
e,
guidata dalla tua mano,
poté lasciare il
seme di nuove generazioni
per l'avvenire del
mondo.
7 Dio ha protetto quella
zattera
e l'ha utilizzata per salvare gli
uomini.
GLI IDOLI E I LORO
COSTRUTTORI
8 Maledetto l'idolo e chi lo fa!
Maledetto l'autore che lo ha costruito,
maledetto l'idolo perché viene chiamato
dio
anche se è solo un pezzo di legno
che
marcisce.
9
Dio odia in egual misura
l'empio e
l'empietà.
10 Perciò
castigherà l'opera e il suo autore,
11 e
interverrà contro gli idoli di tutte le
nazioni.
Sono
diventati una vergogna nel mondo
creato da
Dio:
sono un ostacolo nel quale gli uomini
inciampano
e una
trappola per chi non sa ragionare.
IL
DOLORE E IL POTERE ALLA BASE DI CERTI IDOLI
12
L'idea di costruire statue sacre
fu il primo
passo per diventare infedeli a
Dio,
e il secondo fu la corruzione morale.
13 Gli idoli non c'erano all'inizio
e certo non ci saranno sempre.
14 Questa mania degli idoli si è imposta
nel
mondo
perché
gli uomini erano superficiali,
ma finirà
bruscamente
perché Dio l'ha
deciso.
15 Un padre, afflitto per la morte
prematura
del figlio,
fece costruire la statua del
figlio
e si mise a onorare come dio un morto;
e tramandò ai familiari riti e
cerimonie
misteriose.
16
Con il passar del tempo,
quest'usanza infelice
prende consistenza
e tutti la rispettano come
fosse una legge.
Altre statue vengono
adorate per ordine
dei
sovrani.
17 La gente non poteva onorarli di
persona
perché abitavano
lontano.
Allora, per rappresentarli a distanza,
fecero costruire una statua del re venerato
e lo onorarono con devozione come
se
fosse
presente.
18 L'ambizione dell'artista ne estese
il culto
anche presso quelli che non lo
praticavano.
19 Lo scultore infatti vuol piacere
al sovrano
e perciò modifica ad arte i
lineamenti e li
rende più
belli.
20 E la gente, sedotta dal fascino
dell'opera,
rende onori divini al re che prima
onorava
come
uomo.
21 Questa per gli uomini è una vera
trappola:
vittime della disgrazia o del potere
chiamano dio oggetti di pietra e di
legno.
CONSEGUENZE SUL PIANO
MORALE
22 Ma non si accontentano di voltar le
spalle
a
Dio.
Siccome non lo conoscono
vivono una profonda crisi ad ogni livello
e danno il nome di pace a un male
del
genere.
23
Praticano riti segreti e immolano i loro
figli,
le loro feste religiose sono baldorie con riti
stravaganti.
24
Non rispettano più la vita e il matrimonio,
uno uccide l'altro a
tradimento
o semina dolori con l'adulterio.
25 E tutto è un'estrema
confusione:
sangue e omicidi, furti e imbrogli,
corruzione e slealtà,
tumulti e giuramenti
falsi.
26 Capovolgono la scala dei valori,
non hanno nessun senso di riconoscenza,
rovinano gli altri moralmente,
conoscono perversioni sessuali,
matrimoni che durano un sol giorno,
adulteri e altre
porcherie.
GLI IDOLI CAUSA DI OGNI
MALE
27 Essi adorano idoli senza
personalità
e questo è l'inizio,
la fine e il colmo di
ogni
male.
28 Nelle loro feste religiose vanno in
delirio
o pronunziano oracoli
falsi.
In tutta la loro vita si comportano
da
disonesti
e
spergiurano per cose da niente.
29 Si fidano di
idoli senza vita
e non pensano al castigo
quando giurano il
falso.
30 Ma un giusto castigo li attende
per due
motivi:
perché si sono fatti un'idea
sbagliata di
Dio
ricorrendo
agli idoli,
e perché hanno spergiurato e
ingannato
senza pensare che il giuramento
coinvolge
Dio.
31
Gli idoli, chiamati come testimoni nei
giuramenti,
non
sono capaci affatto di castigare.
Dio, invece,
nella sua giustizia punisce
i
peccatori
e
colpisce sempre chi è ingiusto e
spergiura.
CAPITOLO
15
IL VERO DIO E QUELLI DIPINTI
1 Ma tu nostro Dio, sei un Dio fedele:
sei buono e
paziente
e governi l'universo con grande amore.
2 Anche se siamo colpevoli, ci mettiamo
nelle
tue mani,
perché ti riconosciamo come nostro
Signore
e non peccheremo
più
perché sappiamo di
appartenerti.
3 Infatti chi ti conosce può
vivere come
vuoi
tu
e chi ti
riconosce come signore si assicura
una vita
immortale.
4 Non ci ha indotto in errore
l'invenzione di
un'arte
cattiva
la fatica sterile dei pittori che dosano
luci
e ombre
e
abbozzano immagini con vari colori.
5 Queste
figure risvegliano la passione della
gente
superficiale
che si innamora di forme e di
immagini
senza
vita.
6 Quelli che le fabbricano, le ammirano o
le
adorano
amano
il male e sono degni di simili
speranze.
FABBRICANO IDOLI DI
ARGILLA
7 Il vasaio a fatica impasta
l'argilla
e modella oggetti diversi per i bisogni
di
tutti i
giorni.
Con la medesima argilla forma,
uno dopo l'altro e alla stessa maniera,
piatti per mangiare e vasi da notte.
Per gli uni e per gli altri è lui che
decide
a cosa dovranno
servire.
8 Poi, con la stessa argilla,
fa un idolo senza personalità.
Ma questa è una fatica sbagliata:
egli è appena stato tratto dalla terra
e tra poco deve
ritornarci
e restituire la vita che ha avuto in
prestito.
9 Ma lui non pensa che deve
morire
e che la sua vita è
breve.
Vuol far concorrenza con chi lavora l'oro
e l'argento,
imita chi fonde il
bronzo
e pensa che sia un onore modellare cose
false.
10 Ma
cenere sono i valori in cui crede,
le sue
speranze sono un pugno di mosche
e la sua vita
conta meno dell'argilla.
11 Ma non riconosce
colui che lo
ha
plasmato
e gli
ha dato la vita, la forza di agire
e lo spirito
che lo fa vivere.
12 Per lui la vita è un
passatempo,
l'esistenza un mercato, un'occasione
per
far soldi,
dice che bisogna approfittare di tutto,
anche del
male.
13 Costui più di tutti sa di
peccare,
quando con la terra costruisce
cose fragili e statue di dèi.
CHI ADORA GLI IDOLI E' UNO
STUPIDO
14 I nemici del tuo
popolo
e quelli che lo hanno oppresso sono
infelici
e hanno meno cervello di un
bambino.
15 Infatti hanno adorato gli idoli di
tutti i
popoli,
idoli che non possono usare gli occhi per
vedere,
il naso
per respirare, le orecchie per
ascoltare,
le dita per toccare,
i piedi per
camminare.
16 Perché li ha fatti un uomo,
uno che ha ricevuto lo spirito solo in
prestito.
Certo,
nessuno è capace di modellare un dio
che
assomigli almeno un po' al vero Dio.
17 Con mani
empie, un mortale può costruire
soltanto
cose morte;
l'uomo vale ben più delle
statue che adora;
infatti lui ha ricevuto la
vita,
quelle no di
certo.
18 Questi uomini adorano le bestie
più
schifose,
che per stupidità risultano peggiori di
tutte
le
altre.
19 Mentre certi animali possono essere
simpatici,
questi non sono nemmeno belli;
anzi Dio non li ha approvati
e non si è curato di
loro.
CAPITOLO
16
LE QUAGLIE
1 Tu
o Dio, hai castigato giustamente gli
Egiziani
e li hai
tormentati con molti animali,
simili a quelli
che adoravano.
2 Invece il tuo popolo non l'hai
castigato,
ma, nella tua bontà, gli hai
preparato
le
quaglie
che era
un cibo straordinario
e lo desideravano tanto,
perché avevano
fame.
3 AI
contrario, gli Egiziani avevano fame
ma erano
disgustati dagli animali che
mandasti loro,
perdevano perfino l'istinto della
fame.
Il tuo popolo, invece, fu senza cibo per
poco tempo,
ben
presto, infatti, poté gustare per la
prima volta un cibo squisito,
mai assaggiato fino
allora.
4 Certo, su quelli doveva abbattersi
una
carestia
implacabile
perché erano gli
oppressori
e solo al tuo popolo dovevi far vedere
come tormentavi i suoi
nemici.
SERPENTI E
CAVALLETTE
5 Quando serpenti sinuosi assalirono i
tuoi
e come bestie inferocite mordevano
e
davano la morte,
questo tuo castigo non distrusse tutto
il
popolo.
6 Fu
solo un avvertimento pauroso e durò
per
breve tempo.
Ma ci fu anche un segno della
salvezza
che doveva ricordare loro le parole
della
tua legge:
7
infatti chi si voltava a guardare il serpente
di
bronzo
era salvato non dalla statua,
ma solo da te che sei il salvatore di tutti.
8 E così hai dimostrato ai nostri nemici
che tu solo liberi da ogni
male.
9 Gli Egiziani morivano per le punture di
cavallette e di
mosche
e non riuscivano a trovare un rimedio per
sopravvivere,
perché meritavano un simile castigo.
10 Invece nemmeno il morso velenoso
dei
serpenti poté uccidere i tuoi
figli:
perché tu avevi compassione di loro
e li
salvavi.
11
Erano morsicati dai serpenti
perché
ricordassero le tue parole,
ma subito venivano
guariti
per timore che si dimenticassero di te
e diventassero insensibili ai tuoi
benefici.
12 Non si curavano con erbe e
fasciature:
bastava la tua parola, o Signore
che
guarisci
tutto.
13 Tu infatti hai potere sulla vita e
sulla
morte,
puoi far scendere nel regno dei morti e far
risalire.
14
Invece l'uomo, nella sua cattiveria,
può
uccidere
ma non può ridare il respiro a
chi non
l'ha
più
e non può liberare chi ormai
è prigioniero
del mondo dei
morti.
LA GRANDINE E ALTRI FENOMENI
STRANI
15 Non è possibile sfuggire alla
tua mano, o
Signore.
16 Gli
Egiziani, che non volevano
riconoscerti come Dio,
li hai frustati con il tuo braccio potente,
li hai perseguitati con piogge incredibili,
grandine e acquazzoni travolgenti,
e li hai distrutti con il
fuoco.
17 E, cosa stranissima, nell'acqua che
tutto
spegne,
il
fuoco diventava più grande
perché
tutta la natura combatteva a fianco
dei
tuoi.
18 Talvolta la fiamma si attenuava
per non distruggere
gli animali mandati contro gli Egiziani.
Di fronte a questo spettacolo
dovevano
ben
capire
che era Dio a colpirli con il suo
giudizio.
19 Talvolta invece la fiamma, anche in
mezzo
all'acqua,
bruciava con forza
straordinaria
per distruggere i prodotti di
quella terra
abitata da uomini
ingiusti.
LA
MANNA
20 Al tuo popolo, invece, hai distribuito
il
pane degli
angeli.
Non era necessario il loro lavoro,
perché tu dal cielo davi loro un pane
già
pronto:
poteva
piacere a tutti e soddisfare ogni
palato.
21 Questo
cibo che proveniva da te
ai tuoi figli
manifestava la tua tenerezza:
incontrava il
gusto di chi lo mangiava
e si trasformava come
ciascuno voleva.
22 Ma poi, come una coltre di
neve o di
ghiaccio,
resisteva al fuoco senza
sciogliersi.
Così gli Israeliti potevano
capire anche
quello che
avvenne
quando il fuoco resisteva all'acqua e
alla
tempesta
per
distruggere come folgore i raccolti dei
nemici.
23 Invece
ora, perché si trattava del cibo dei
tuoi
figli, il fuoco dimenticava perfino
la sua forza
distruttiva.
24 Ogni cosa creata è
al servizio di te che
l'hai
fatta:
è dura nel castigare i
cattivi
e dolce nel fare del bene a quelli che
confidano in
te.
25 Perciò anche allora si adattava a
ogni
cambiamento,
era al servizio di quel che davi per nutrire
tutti
secondo i
desideri di chi ti pregava.
26 Così i tuoi
figli che tu ami, o Signore,
imparino
che non
bastano i frutti della terra a
nutrire
l'uomo:
solo la tua parola tiene in vita chi ha
fiducia in te.
27
La manna resisteva al fuoco,
ma poi si
scioglieva sfiorata soltanto da
un raggio di
sole.
28 Così dobbiamo imparare a
ringraziarti
prima che spunti il
sole
e a pregarti quando si fa giorno.
29 Perché, se uno è ingrato,
la sua speranza si scioglie come neve al sole
e si disperde come acqua che non serve
più.
CAPITOLO
17
LE TENEBRE
1
Grandi sono le tue decisioni
e difficili da
spiegare:
perciò certi uomini ottusi non
le hanno
mai
capite.
2 Era gente senza legge e senza fede
e pretendeva di dominare il popolo
che
appartiene.
Perciò
sono diventati prigionieri
delle
tenebre
una
lunga notte li ha incatenati,
li ha ricoperti e
tenuti sotto chiave,
lontani dalla tua mano che
protegge.
3 Commettevano colpe in segreto
e si illudevano di farla
franca.
Pensavano di essere coperti da una
fitta
nebbia
e di
essere dimenticati da te.
Perciò furono
dispersi,
colpiti da spavento terribile
e scossi dalla paura dei
fantasmi.
4 Nemmeno il nascondiglio dove si
trovavano
li
salvava dalla paura.
Attorno a loro c'era un
frastuono
assordante
e
apparivano fantasmi cupi con lugubri
volti.
5 Nemmeno
la forza del fuoco riusciva a far
luce
e gli astri
si rifiutavano
di rischiarare
dall'alto
quella notte
buia.
6 Appariva soltanto un rogo
che seminava morte e
terrore.
Per la paura, quando la visione
scompariva,
quello che avevano visto pareva
ancora
peggiore.
7
Ricorrere alla magia non serviva
a
niente:
la boria
dei maghi e tutte le loro arti
subivano una
cocente smentita.
8 Promettevano infatti
di eliminare il timore e l'inquietudine
che gettano lo sconforto nei cuori.
Ma loro stessi erano sconvolti
da un'apprensione ridicola.
9 Quando non c'era più motivo di
aver
paura,
li
terrorizzavano il passaggio di bestie
e il sibilo
dei serpenti.
10 Morivano di
spavento.
Avevano paura anche solo ad aprire gli
occhi,
perché l'aria, dalla quale non si
può
scappare,
li riempiva di
terrore.
11 Per natura l'uomo cattivo
è pieno di
timori
e da se
stesso si fa testimone della propria
condanna;
quando
è oppresso dalla coscienza vede
pericoli
dappertutto.
12 Infatti uno ha paura solo se non
riesce ad
aiutarsi con la
riflessione;
13 e, se non ha una sicurezza che
viene dal
cuore,
sta male perché non conosce la causa del
suo
tormento.
14 Ma quella per gli Egiziani
era una notte davvero impossibile,
uscita dal fondo impenetrabile del regno
dei morti.
E i
maghi erano impotenti come tutti gli
altri.
15
Ciascuno era sconvolto da strani fantasmi,
si
sentiva paralizzato e abbattuto.
Infatti su
tutti era piombato un terrore
improvviso e
inaspettato.
16 Ognuno cadeva a terra là
dove si trovava
e si sentiva rinchiuso e
imprigionato
nelle
tenebre:
era
come in una prigione anche se non
c'erano
sbarre.
17 Agricoltori o
pastori
o lavoratori in aperta campagna
ognuno era colto all'improvviso e
restava
come
paralizzato.
18 Tutti erano legati con la stessa
catena
di
tenebre:
e il
fischio del vento,
il canto melodioso degli
uccelli sui folti
rami,
il rumore dell'acqua che scorre impetuosa,
19 il cupo fragore di rocce che precipitano
a
valle,
il
frastuono di animali che corrono e
saltano,
il ruggito di belve
inferocite
e ogni rumore ampliato dall'eco nel
cavo
dei monti,
tutto li terrorizzava e li
paralizzava.
20 Ma il resto del mondo era
illuminato da
una luce
splendente
e ognuno era occupato nei suoi lavori
senza nessun
impedimento.
21 Solo sugli Egiziani incombeva una
notte
profonda
ed
era un'immagine delle tenebre
della
morte
nella
quale dovevano ben presto finire.
Ma per gli
Egiziani la loro stessa vita
era
diventata
un
peso ben più gravoso delle
tenebre.
CAPITOLO
18
1 I tuoi fedeli invece si godevano una
grande luce.
Gli
Egiziani li sentivano
ma non potevano vederli
e li dicevano felici
perché non avevano sofferto il castigo di
Dio.
2 Anzi li ringraziavano
perché non si vendicavano dei torti
subiti
e chiedevano perdono
di averli maltrattati.
3 Agli Ebrei hai dato una colonna di fuoco
per guidarli lungo piste sconosciute.
Era come un sole che però non scottava
nel loro cammino glorioso attraverso
il
deserto.
4 Gli
altri invece meritavano
di essere prigionieri
delle tenebre
e di non vedere più il
sole.
Infatti avevano tenuto schiavi i tuoi
figli,
mentre tu volevi servirti di loro
per dare al mondo una luce che non
si
spegne mai: la tua
legge.
NOTTE DI TRAGEDIA E NOTTE DI
LIBERAZIONE
5 Gli Egiziani avevano deciso
di uccidere i neonati del tuo
popolo.
Solo Mosè fu deposto sulla riva
del fiume
e fu
salvato.
Per castigo tu hai tolto loro un gran
numero di figli
e
li hai fatti perire tutti insieme fra le onde
impetuose.
6 I
nostri antenati già prima furono
preavvisati
di
questa notte memorabile.
Sapevano dunque a quali
promesse
avevano
creduto
e in piena sicurezza potevano
rallegrarsi.
7 Perciò il tuo popolo aveva
aspettato
questa
notte
come salvezza per i tuoi fedeli
e
distruzione dei loro
nemici.
8 Sì, perché le stesse cose
ti servono
per castigare i nostri nemici
e per glorificare noi,
il popolo che hai chiamato e voluto per te.
9 In segreto i discendenti di una
stirpe
santa
ti
offrivano sacrifici nella loro fedeltà
e
si accordavano per rispettare questa
legge
divina:
quelli che appartengono solo a te
devono essere solidali tra loro
nei momenti belli e in quelli difficili.
Essi cantavano i canti del loro
popolo.
10 A loro faceva eco il grido confuso dei
nemici,
i
lamenti di chi piangeva i propri figli
si
sentivano dappertutto.
11 Padroni e servi erano
colpiti con la stessa
pena,
il re e la gente del popolo soffrivano la
stessa
angoscia.
12 Insieme avevano un numero altissimo
di
morti,
periti
tutti allo stesso modo.
I vivi non bastavano a
seppellirli:
il fior fiore dei giovani era
stato
annientato in un istante.
13 Prima non volevano crederci
affatto
e pensavano si trattasse di una qualche
magia.
Ma davanti
ai cadaveri dei loro
primogeniti
dovettero
riconoscere che Israele
appartiene a Dio, come
un figlio.
14 Quando un silenzio profondo
avvolgeva
tutte le
cose
e la notte era a metà del suo
cammino,
15 la tua parola onnipotente,
dai cielo, dal tuo trono regale,
si precipitò in quella terra maledetta.
Era come un guerriero
implacabile;
16 i suoi piedi toccavano terra,
ma la sua mano arrivava fino al cielo;
come spada affilata portava il tuo
decreto
irrevocabile
e
là dove si fermò riempì tutto di morte.
17 Subito gli Egiziani furono sconvolti
da
visioni e sogni
terrificanti.
Tormentati da timori indicibili,
18 erano scagliati qua e là, mezzi morti,
e facevano capire gli uni agli altri
la causa di questo
sterminio.
19 Infatti i sogni che li avevano
sconvolti
erano stati come una rivelazione:
non dovevano subire questa morte terribile
senza saperne il
perché.
GLI EBREI A TU PER TU CON LA MORTE
20 La prova della morte
toccò anche agli
Ebrei
e molti
perirono nel deserto;
ma questo castigo di Dio
non durò
a
lungo:
21
Aronne, che era fedele a Dio,
intervenne subito
come protettore.
Prese le armi che sono proprie
di un
sommo sacerdote,
la preghiera e l'incenso, e li offrì per
espiare i
peccati.
Così affrontò la tua
collera, o Dio, e mise
fine alla rovina,
e fece vedere che era proprio tuo
servo.
22 Riuscì a vincere il tuo furore
non con la
forza
fisica
o con la potenza delle armi;
con la sola parola soggiogò la morte
che eseguiva il tuo castigo.
Ricordava l'alleanza e gli impegni
che tu avevi preso con i nostri antenati.
23 Mentre i cadaveri si ammucchiavano
gli
uni sugli altri,
intervenne e arrestò il tuo furore
e ti impedì di colpire altra
gente.
24 Sul vestito che gli toccava i piedi
era ricamato tutto il mondo.
Sui quattro ornamenti di pietre preziose
erano scolpiti i nomi degli
antenati
famosi.
La
corona che aveva in capo
era un segno della tua
grandezza, o
Signore.
25 A
questa vista lo sterminatore indietreggiò
pieno di
paura.
Questa sola esperienza della tua collera
poteva bastare per il tuo
popolo.
CAPITOLO
19
IL PASSAGGIO DEL MAR ROSSO
1 Invece contro gli Egiziani
Dio intervenne
senza
pietà;
nella sua collera non usò
mezze misure
perché li conosceva
bene
e sapeva quello che avrebbero fatto.
2 Infatti, dopo aver dato agli Ebrei
il
permesso di andarsene
e dopo averli fatti partire in fretta,
cambiarono parere e li inseguirono.
3 Erano ancora in lutto
e piangevano sulle tombe dei loro morti,
quando furono sedotti da un
nuovo
progetto
assurdo:
essi che avevano pregato gli Ebrei di
andarsene
e li
avevano fatti partire,
ora invece decisero di
inseguirli
come se questi fossero
scappati.
4 Un meritato destino li spingeva a
questo
gesto
e
faceva loro dimenticare quel che
avevano
passato.
Erano stati castigati, ma non in misura
adeguata,
e ora
essi stessi portavano al colmo questo
loro
castigo.
5 Mentre il tuo popolo viveva un viaggio
straordinario,
quelli trovavano una morte
inaudita.
6 Dio modellava di nuovo tutta la
creazione
nei suoi vari
elementi
e ogni cosa ubbidiva ai suoi comandi
per custodire i tuoi figli sani e
salvi.
7 Si poteva vedere la nube coprire d'ombra
l'accampamento,
la terra asciutta apparire là dove prima
c'era acqua,
una
strada libera aprirsi in mezzo al
mar
Rosso
e una
pianura verdeggiante sorgere al
posto dei flutti
violenti.
8 Di là poté passare il
popolo tutto intero.
Protetti dalla tua mano,
erano spettatori di prodigi stupendi.
9 Correvano qua e là come cavalli
al
pascolo
e
saltavano come agnelli
e cantavano inni a te,
Signore, perché li
avevi
liberati.
10 Ricordavano bene quel che era
accaduto
quando erano
schiavi:
allora, al posto di animali, la terra
diede
zanzare
e
al posto dei pesci il Nilo riversò rane in
gran
quantità.
11 Più tardi videro una
nuova specie di
uccelli,
quando, spinti dalla gola, chiesero cibi
delicati.
12
Allora dal mare vennero le quaglie
e questo fu
un ammonimento per il
tuo
popolo.
GLI EGIZIANI HANNO ODIATO GLI EBREI
13 Il castigo si
abbatté su quei malvagi
solo quando
furono ammoniti da
fulmini
fragorosi.
Giustamente
essi dovettero soffrire per la
loro cattiveria,
perché avevano avuto un odio viscerale
contro gli
stranieri.
14 Un tempo gli abitanti di Sodoma
non avevano accolto ospiti sconosciuti.
Ma gli Egiziani ridussero
addirittura
schiavi
quegli
stranieri che erano i loro
benefattori.
15
Non solo i primi meritano un castigo
perché ricevettero gli stranieri con
tanta
cattiveria.
16
Ma anche gli altri. Essi infatti prima
fecero
festa,
accolsero questi stranieri
come
concittadini,
e poi li schiacciarono obbligandoli a lavori
forzati.
17 Per
questo furono accecati
come gli abitanti di
Sodoma
sull'uscio di Lot, uomo giusto:
quando, immersi in fitte tenebre,
ciascuno cercava di raggiungere la
propria
casa.
NEL
MONDO DIO CREA UNA NUOVA ARMONIA
18 Gli elementi
che compongono il mondo
si scambiavano tra di
loro
come sull'arpa le diverse
note
variano il discorso musicale,
pur conservando sempre la loro
tonalità.
Questo appare
chiaro
a chi considera con attenzione quel che
è
capitato.
19
Gli abitanti della terra divennero come
pesci,
e le rane del Nilo camminarono
sulla
terra,
20
nell'acqua il fuoco poté aumentare la
sua
potenza
e
l'acqua dimenticò la sua proprietà di
spegnere il
fuoco.
21 Le fiamme non consumavano le carni di
animali
fragili
che si trovavano in mezzo al fuoco,
e non riuscivano nemmeno a sciogliere
la
manna,
quel
cibo divino che è simile alla brina
e che
pur si scioglie tanto
facilmente.
CONCLUSIONE
22
In ogni cosa tu, o Signore,
hai fatto grande il
tuo popolo
e l'hai ricolmato di onori
e non hai dimenticato di stargli vicino
in ogni tempo e in ogni
luogo.